Alejandro Solalinde, parroco e professore messicano, si spende in tutto il Centro America nella difesa dei migranti. In particolare, dal 2005, comincia la sua opera a favore degli indocumentados che transitano dal Messico verso gli Stati Uniti. Circa mezzo milione di persone ogni anno tra cui ci sono bambini violentati, schiavizzati e usati per il traffico di organi.
Dal 2007, nella città di Ixtepec, nello stato dell’Oaxaca (sudovest del Messico), p. Solalinde apre il centro di accoglienza «Hermanos en el Camino” perché questi migranti possano riposarsi, mangiare, avere un posto dove stare per rifugiarsi da polizia e narcos.

Le sue denunce sulle responsabilità dei narcotrafficanti e la corruzione delle istituzioni messicane, ma soprattutto il suo lavoro instancabile a fianco dei più indifesi, gli hanno procurato continue minacce alla vita e, in questo 2017, la candidatura, accettata dal Comitato di Stoccolma, al Nobel per la pace.

L’associazione internazionale “Tonalestate”, con il “Centro culturale One Way”, il “Centro Missionario Diocesano”, “I Sant’Innocenti-Onlus”, “l’Ufficio Migrantes della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla”, The Great Theachers”, “Libera” e la cooperativa di solidarietà sociale “l’Ovile” con la collaborazione del Comune di Reggio Emilia invitano, l’8 Maggio prossimo presso l’Aula Magna Manodori dell’Università di Reggio Emilia, alle ore 18.30, ad ascoltare la testimonianza di Padre Alejandro Solalinde, in Italia in occasione della pubblicazione del libro “I narcos mi vogliono morto” curato da Lucia Capuzzi per le Edizioni EMI .

utta la vita di Padre Solalnde e le sue molte opere testimoniano che oggi dobbiamo rischiare di vivere e annunciare che la sola sicurezza, la pace e il vero progresso nascono dall’incontro con l’altro, con il diverso, con lo Straniero.